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Disporre di strumenti di per quantificare l’impatto sociale o ambientale dei propri prodotti o servizi è diventata una prerogativa per quelle aziende che si impegnano ad incorporare i principi della Responsabilità Sociale d’Impresa nella propria strategia d’impresa. Adeguati processi di misurazione e di rendicontazione consentono alle aziende di comunicare agli stakeholder il proprio impegno nel contesto in cui operano e di poterlo migliorare conseguendo benefici a lungo termine.

Il bilancio di sostenibilità è un documento informativo di carattere non finanziario caratterizzato da un lessico comprensibile, fluido e da rappresentazioni grafiche, che l’azienda redige per misurare e comunicare agli stakeholder l’impatto della propria attività, sia questo positivo o negativo, sull’ambiente, la società e l’economia.

Il bilancio di sostenibilità può essere utilizzato anche da quelle imprese che ai sensi del D.Lgs. n. 254 del 30 dicembre 2016 sono obbligate a redigere la Dichiarazione Non Finanziaria, a patto che nel predisporla l’azienda adotti uno standard di rendicontazione.

Ad oggi, lo standard setter maggiormente seguito a livello mondiale per la redazione del bilancio di sostenibilità è il Global Reporting Initiative (GRI).

Nonostante la redazione del bilancio di sostenibilità non sia obbligatoria per tutte le aziende, sono sempre più le organizzazioni di piccole medie dimensioni che scelgono di redigerlo su base volontaria. Il report di sostenibilità, infatti, consente all’azienda che lo redige di:

• Incorporare i principi della Responsabilità Sociale d’Impresa nella propria strategia aziendale
• Valutare opportunità e rischi legati alle principali tematiche ambientali, sociali e di governance
• Avviare un dialogo con gli stakeholder per recepirne le aspettative e capire in che misura queste vengono soddisfatte
• Comunicare agli stakeholder la propria performance non finanziaria attirando possibili investitori.

 

La Carbon Footprint, CF, è un indicatore ambientale che esprime la quantità di emissioni di CO2 attribuibili a un prodotto, servizio o all’intera organizzazione. La Carbon Footprint di un prodotto o di una filiera di produzione prende in esame l’assorbimento e l’emissione di gas serra generati nell’arco dell’intera vita del prodotto stesso, dall’estrazione delle materie prime e la loro lavorazione, all’utilizzo finale del prodotto ed infine al suo riciclaggio o smaltimento.
Chi intraprende questo percorso acquisisce dati e strumenti utili per monitorare il miglioramento delle performance ambientali dell’azienda, conseguendo un vantaggio competitivo. Oltre a poter di partecipare a gare pubbliche e di accedere a finanziamenti concessi sempre più frequentemente sulla base di parametri ambientali, le aziende che comunicano ai propri stakeholder la quantità di Co2 attribuibili alla propria offerta aziendale, migliorano la propria green reputation, suscitando l’interesse di clienti e fornitori.

A livello internazionale, le norme di riferimento per la determinazione della Carbon Footprint di prodotto e di organizzazione sono rispettivamente la norma UNI ISO 14067:2018 e UNI ISO 14064:2019.

 

L’analisi del ciclo di vita, dall’inglese Life Cycle Assessment (LCA), è una metodologia che consente di valutare gli impatti ambientali di un prodotto o di un servizio durante il loro ciclo di vita. L’analisi verte sull’intero sistema e su tutti i processi e le attività associate al prodotto o servizio oggetto di studio: dall’estrazione delle materie prime, alla realizzazione del prodotto e alla sua distribuzione; dalla fase di utilizzo fino alla fase di fine vita, che può prevedere lo smaltimento o il riciclo del prodotto.

L’approccio alla base di questa analisi, anche noto “dalla culla alla tomba”, from-cradle-to-grave, considera l’energia ed i materiali consumati, i rifiuti generati e le emissioni rilasciate in ambiente durante il ciclo produttivo, le fasi di movimentazione del prodotto, il suo utilizzo ed il fine vita.

Tale metodologia analizza gli input utilizzati come materie prime, energia ed acqua, e gli output prodotti, come emissioni in acqua ed aria, rifiuti solidi. Il prodotto viene valutato in relazione a differenti tipologie di impatto, come per esempio:
• Cambiamento climatico
• Riduzione dell’ozono stratosferico
• Formazione di ozono fotochimico
• Acidificazione
• Eutrofizzazione
• Tossicità sull’uomo
• Tossicità sulla biosfera

L’analisi del ciclo di vita è standardizzata a livello internazionale dalle norme ISO 14040/14044, e si sviluppa in quattro fasi principali:
• Definizione obiettivi e confini del sistema
• Analisi di inventario e quantificazione degli input ed output
• Valutazione degli impatti per determinare gli effetti del sistema-prodotto sull’ambiente
• Interpretazione dei dati ed individuazione di possibili modifiche migliorative apportabili al sistema

 

Un’azienda (o un prodotto) si definisce Carbon Neutral se si impegna ad assorbire la stessa quantità di Co2 emessa in atmosfera durante la propria attività. L’organizzazione per azzerare le emissioni può dotarsi di particolari strumenti, come i crediti di carbonio, per compensare quelle emissioni che risultano inevitabili durante la produzione. Un credito di carbonio è un certificato negoziabile che equivale ad una tonnellata di CO2 non emessa o assorbita: acquistando i crediti di carbonio, le aziende che emettono gas serra riducono l’impatto della loro attività contribuendo alla realizzazione di progetti di tutela ambientale generalmente nei pasi in via di sviluppo

Il raggiungimento della neutralità del carbonio include i seguenti passaggi:

• Misurazione: l’azienda deve dotarsi di strumenti per calcolare la quantità di emissioni di Co2 emesse. Un valido strumento per far ciò è la Carbon Footprint, un indicatore ambientale che esprime la quantità di gas serra attribuibili a un prodotto, servizio o all’intera organizzazione.

• Riduzione: l’azienda limita il consumo di energia e delle emissioni derivanti dall’ottenimento delle materie prime, dal ciclo produttivo e dalle movimentazioni logistiche. La riduzione può avvenire tramite processi di efficientamento o tramite l’impiego di energie rinnovabili.

• Compensazione: l’azienda utilizza i crediti di carbonio per neutralizzare un certo volume di gas serra, inclusa l’anidride carbonica.

• Valutazione e ripetizione: la direzione valuta i risultati raggiunti per definire un piano di miglioramento.

 

Emanato per la prima volta nel 1997 dall’organismo SAI (Social Accountability International), lo standard sociale SA8000 definisce i requisiti che i datori di lavoro, di qualsiasi organizzazione indipendentemente da dimensioni o settore di appartenenza, decidono di rispettare su, base volontaria, per tutelare i propri lavoratori e garantire condizioni lavorative eque.

L’adozione dello standard comporta l’implementazione di un sistema di gestione attraverso cui pianificare, gestire e migliorare la responsabilità sociale d’azienda. In particolare, questa tipologia di sistema di gestione aiuta a:

• Contrastare pratiche di lavoro minorile o forzato,
• Garantire una maggiore salute e sicurezza dei lavoratori
• Garantire un salario di sussistenza
• Difendere la libertà di associazione ed il diritto alla contrattazione collettiva

 

I termini Società Benefit e B Corp identificano le aziende che hanno come obiettivo quello di perseguire statutariamente un beneficio di valore sociale, extra rispetto a quello puramente finanziario. Sebbene le finalità delle Società Benefit o B-corp siano affini, le due presentano delle importanti differenze a livello funzionale.

Con il termine “B corp” si fa riferimento ad una certificazione rilasciata dall’omonimo ente privato B -Lab che nel 2006 ha fondato il movimento globale delle Certified B Corporation Companies, aziende che appunto perseguono statutariamente una finalità di profitto ed una di valore sociale.

Le Società Benefit, che invece traggono origine dal modello americano delle B-corp, sono aziende che hanno modificato la propria natura giuridica inserendo nel proprio statuto i cosiddetti “criteri di beneficio comune”, intesi come il perseguimento nell’esercizio dell’attività economica delle società benefit, di uno o più effetti positivi, o la riduzione degli effetti negativi, sulla comunità e l’ambiente.

Le Società Benefit sono disciplinate dalla legge 28-12-2015 n. 208, commi 376-384 ed hanno l’obbligo di redigere una relazione annuale sul perseguimento del beneficio comune, inclusiva di una valutazione dell’impatto generato secondo gli standard di valutazione scelti.

 

ECOVADIS è l’unico provider universale tramite cui le imprese da più di 160 paesi, possono valutare le proprie performance di responsabilità sociale.

La valutazione avviene tramite la somministrazione di un questionario personalizzato che l’azienda deve compilare. A seguito della compilazione, gli analisti di Ecovadis raccolgono le risposte in quattro schede, scorecards, che vengono rilasciate all’azienda e ciascuna delle quali riporta il punteggio ottenuto nelle principali quattro aree di responsabilità sociale: ambiente, Pratiche Lavorative e Diritti Umani, Etica, Acquisti sostenibili. Alle quattro scorcards cui si aggiunge una quinta scorecard dedicata alle emissioni di CO2. Confrontando il punteggio ottenuto con quelli dei pari del settore, l’azienda potrà individuare le aree di miglioramento.

 

Le certificazioni della catena di custodia FSC e PEFC nascono con l’obiettivo di promuovere l’utilizzo di prodotti derivati del legno e da foreste coltivate secondo principi etici, di sostenibilità ambientale e nel rispetto delle popolazioni locali.

FSC e PEFC prevedono due distinti momenti di certificazione:

  1. Il primo di “gestione etica delle foreste” volto ad attestare che la coltivazione della foresta sia coerente con i requisiti di sostenibilità previsti
  2. Il secondo, chiamato “Catena di Custodia”, prevede che gli utilizzatori di legno proveniente da tali foreste garantiscano la rintracciabilità e la provenienza in tutte le fasi del ciclo di produzione, adottando un sistema di gestione della rintracciabilità.

Queste due fasi sono controllate e valutate in maniera indipendente da enti di certificazione accreditati da FSC e PEFC che controllano l’operato dei differenti attori della filiera per assicurarne il rispetto e la credibilità. Le aziende che adottano un sistema di custodia certificato PEFC oppure FSC ottengono l’autorizzazione all’utilizzo del marchio sul prodotto.

 

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